Requie

chestnuts

Aveva piovuto tutta la settimana, e ora che c’era il sereno andavo per castagne col padre di mio padre.

La guerra era finita da un po’, e la terra aveva cominciato a rigettare le cose che le avevano nascosto in grembo.

Non avevo mai visto un morto prima di allora. Vederne così tanti, tutti insieme, emergere in lembi bianchi dalla terra bruna autunnale, mi atterrì. Così mi voltai e feci per scappare, ma mio nonno mi afferrò per un braccio.

«Sono morti. Non possono farti nulla» disse, il sacco pieno di castagne stretto con forza nell’altra mano.

Quella sera stessa, venti uomini tra cui mio nonno e mio padre salirono al monte con pale e lanterne. Il curato gli andava dietro con gli scarponi sotto la tonaca nera, la Bibbia nella tracolla e la grappa nella fiaschetta.

Aspettai mio padre e mio nonno, sgranocchiando castagne vicino alla stufa, ma fui vinto dal sonno.

Quando mi svegliai, mio padre mi stava adagiando nel piccolo lettuccio, vicino a mio fratello piccolo.

«Erano nostri o loro?» riuscii a dire.

«Che importanza ha?» rispose. «Là sotto non fa differenza».

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