Come ebbe inizio la Guerra delle Stoviglie
Nella grande Sala dei Cristalli tutti trattenevano il fiato.
Sua trasparenza il Re Calice guardava torvo l’ambasciatore del regno delle posate, ma il dignitario, un cucchiaio d’argento finissimo, non accennava a inginocchiarsi in segno di riverenza.
La Coppa Regina inclinò con eleganza il suo bordo dorato verso quello del suo sposo e sussurrò qualcosa.
«Dunque il vostro sovrano non ammette il torto» tuonò Re Calice.
«Maestà, come ben sapete, i destrieri si sono spaventati nel fragore della caccia e il figlio del mio sire è involontariamente caduto sul vostro».
«Sfigurandolo irreparabilmente!»
«Si è appena un po’ incrinato, altezza».
Re Calice fremette, tintinnando di sdegno. «Sbrecciato, vorrete dire» ringhiò«come un volgare bicchiere! Quale onta per il rampollo di una famiglia reale…»
«Se lo dite voi, umilmente taccio. Vi faccio notare però che si è trattato pur sempre di un incidente, per il quale il principe stesso si è già mille volte scusato. Lo stesso Re Coltello si è detto profondamente dispiaciuto».
«Eppure non vedo Re Coltello, a porgermi le sue scuse».
«Sapete meglio di me che il Galateo impedisce al Re delle Posate di domandare perdono di persona. Ha addirittura mandato me, suo fratello, a umiliarsi davanti a voi e la vostra corte. Perciò ve lo chiedo un’ultima volta: rilasciate il principe Cucchiaio o le conseguenze saranno terribili».
«Nessuno» sussurrò il Re avanzando fin quasi a sfiorare il suo ospite «minaccia la Stirpe dei Calici nella sua casa. Inchinatevi e poi liberatemi della vostra presenza. Tornate dal vostro sovrano: che si prepari alla guerra».
Il cucchiaio, prima scintillante alla luce delle torce, si fece opaco; ma non si mosse.
«Siete sordo?» gridò il Re dei bicchieri con gran fragore di vetri. «Inchinatevi, ho detto!»
Il cucchiaio esitò, colpito da tanta rozzezza. «Come desiderate» disse poi.
La sua testa lucente ondeggiò indietro e poi avanti, con forza metallica, abbattendosi sul bordo sottile del Calice.
I Boccali gli si lanciarono addosso mentre il sire, sbrecciato, barcollava verso il trono.