I temibili Bongobardi
Quello che segue è un testo scritto per la trasmissione odierna di Radio Citofono, un documentario storico per la rubrica “Noyager: ai confini dell’ignoranza”. L’ispirazione venne grazie all’operato di alcuni amici archeologi, che hanno un’associazione che fa cose belle e di cui, se vi piacque il testo (e anche se non vi piacque) vi invito a visitare il sito (QUI).
I temibili Bongobardi
I Bongobardi furono una popolazione germanica di origine africana, protagonista tra il maggio e il giugno del 568 dopo Cristo di una lunga migrazione che la portò dal basso corso dell’Elba fino all’Italia. La migrazione del popolo bongobardo ebbe inizio appunto nel maggio del 568, quando per diatribe condominiali dovute alle loro abitudini sacre furono costretti a traslocare. Caratteristica peculiare dei Bongobardi era infatti quella di suonare i loro tamburi rituali fino a tarda notte, usanza invisa alle popolazioni autoctone.
Entrati a contatto con il mondo bizantino e la politica dell’area mediterranea sotto la guida sicura di re Bongoino (unico patentato del gruppo) si insediarono in Italia, dove a suon di bonghi diedero vita a un regno indipendente ed estesero poco a poco il proprio dominio sulla maggior parte del territorio italico.
I Bongobardi, inizialmente casta rigidamente separata dalla massa della popolazione romanica, si integrarono progressivamente nel tessuto sociale italiano, grazie all’emanazione di leggi scritte in latino (tra cui l’Editto di Rotari, fondatore dell’omonimo club) e allo sviluppo, anche artistico, di rapporti sempre più stretti con le altre componenti di spicco della Penisola (sempre latine, tra cui ricordiamo Manu Chao).
Il Regno Bongobardo, arrivato così a rappresentare una potenza di rilievo europeo, cessò di essere un organismo autonomo a giugno dello stesso anno, a seguito della sconfitta subita a opera dei Franchi, così chiamati per la poca fantasia nel battezzare i propri figli, di cui abbiamo una breve traccia audio:
– Franco! Ohé, Franco!
– Che c’è?
– No, non te, l’altro Franco!
– Ma chi, io?
– No! No! Franco il figlio di Franco, lo zoppo!
– Sarò franco con te, Franco: non so di che Franco tu stia parlando.
Popolo affascinante, quello dei Bongobardi, il cui segno è visibile ancora oggi all’interno della nostra società – soprattutto in orario serale e preserale – nei pressi dei parchi pubblici.
😀
Tu molto fulminato! 😉