Pulp-Corn parte III: Mai dire Nano
Online il terzo capitolo di Pulp-Corn, un racconto che vi andrà probabilmente tutto di traverso.
La porta è ancora aperta, sull’uscio c’è un grosso borsone a fiori dall’aria pesante, niente rotelle.
Lo afferro per le maniglie di cuoio e cazzo, è pesante davvero, sembra che la vecchia vada in giro con una collezione di sassi. La domanda è ovvia: come ha fatto a portarlo fino al quarto piano?
Sbuffando lo trascino per il corridoio tirandolo con entrambe le mani e, al momento di entrare nella stanza, lo faccio inavvertitamente urtare contro lo stipite della porta.
Lo stress di questa faccenda deve avermi fottuto il cervello, giurerei di aver sentito la valigia bestemmiare.
Dopo averlo sollevato per l’ultimo tratto lo lascio cadere con un tonfo e l’impressione si trasforma in certezza, questo bagaglio è il più blasfemo che abbia mai visto.
La vecchia zia Marta intanto ha ribaltato il cadavere che prima giaceva con la faccia a terra, galleggiando nel suo stesso sangue.
– Bel casino – commenta guardando il morto cui erroneamente abbiamo aperto tre prese d’aria – un lavoro da invasati. Dove credete di essere, nel vecchio West? Roba che neanche Tarantino nelle giornate migliori, ci vorrà un sacco di lavoro.
Poi alza la testa cotonata e mi punta con quel suo naso adunco.
– E non stare lì impalato, aprila!…
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