Io di poesia non ci capisco un cazzo
Io di poesia non ci capisco un cazzo.
Questa è una premessa fondamentale:
l’enjambement mi mette in imbarazzo
schifo la metrica in modo brutale.
Questo mio mettere le mani avanti
potrà anche sembrare privo di senso
ma è necessario perché tutti quanti
subito sappiano come la penso.
Quello che mi son proposto di fare
è una cosa giammai vista prima
un tentativo assai singolare:
recension fatta a colpi di rima.
Vi parlo oggi di un’anima inquieta
sempre indecisa su un forte quesito
ovvero discernere se sia “poeta”
o “imbecille” dal primo vestito.
Questo signore (che per fare prima
chiamo Deiana e già chiudo la rima)
scrive poesia che niente ha a che fare
con la mia, da terza elementare.
Tratta dell’uomo, di filosofia,
di alto cazzeggio e di temi sociali
e però li tratta con tanta ironia
che fa sorridere anche sui mali
Un riso amaro, ché volte ha ragione
quando ti tocca un tasto dolente
quando al finale della riflessione
l’eco di quella ancora si sente.
Ma in generale è un libro leggero
come dimostra la prima poesia*
finisci di leggerla pensando “è vero!”
Poi un giro di carta, catena e via.
E’ un libro bello, che ho letto di notte
quando il silenzio il rumore dipana
quando le ore son piccole e rotte
zitto ascoltando il poeta Deiana.
Finita la fase sperimentale, mi concedo qualche riga di prosa.
Il libro in questione è “Sono un poeta o sono un imbecille?” di Francesco Deiana, poeta torinese che ha fatto del sonetto il suo cavallo di battaglia.
Che fosse un cavallo un po’ vecchiotto già lo sapeva: tutti i grandi poeti ci hanno fatto almeno un giro, ma oggi, che il cavallo non si usa più, era finito a ruminare in una stalla semibuia.
Deiana l’ha trovato, gli ha dato una bella spolverata, gli ha messo paramenti nuovi.
Ora potete vederlo mentre trotta su corso Vittorio, speronando le auto.
Insomma, ha dato al caro vecchio sonetto un suono nuovo, trovando nella sua metrica una sfida e un sostegno, laddove altri vedono limitazioni. E’ un libro divertente, che si legge in pochissimo tempo e che, a dispetto del tono cazzaro e scanzonato di molte poesie, contiene messaggi profondi.
Maggiori informazioni e qualche spruzzo della sua arte potete trovarli sul blog dell’autore in persona: DEIA
a cui vi rimando perché sono pigro.
*La prima poesia s’intitola appunto “Letture da cesso”.