Espera y espera

Oggi, aspettando che la moka mi riportasse in Italia per qualche minuto, ho colto una delle numerose sfumature, eccezionali e romantiche, di questo linguaggio dal suono coloniale che mi trovo ad ascoltare ormai così spesso.
Qui, in questa terra che cavalca il Mediterraneo e l’oceano Atlantico, attesa e speranza hanno lo stesso suono.
C’è una parola sola per entrambe le cose: esperar.
Espera la madre sulla soglia di casa, quando il sentiero si fa più scuro e le ombre si allungano su di esso.
Espera il pescatore, guardando le reti molli e vuote, pregando il mare che le riempia anche solo un poco.
Espera l’innamorato sotto il ciliegio, quando cuore accelera ad ogni rumore improvviso, ed è sul punto di rompersi ad ogni attimo che lei non arriva.
Espera y espera.
È un’attesa che è speranza, che non si limita a collezionare i secondi, che spacca se stessa per far uscire qualcosa di più grande.

Aspettare, in fondo, implica sempre la speranza di veder concludere l’attesa stessa.
Solo che noialtri non abbiamo mai pensato di dare alle due cose lo stesso nome.

2 Comments on “Espera y espera”

  1. come sei poetico, io è da giorni che mi chiedo perchè in italiano non ci sia una parola resaca. e poi mi piace tanto compartir!! vabbè, ora puoi cancellarmi dal tuo blog se ti vergogni di me…

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