Archeologia degli anni ’90: le Superga
Piccole cose, dettagli di un’epoca, perle perdute del secolo scorso.
Per il bambino degli anni ’90 c’era un solo tipo di “scarpa da tennis”: le Superga. Un’autentica sicurezza. Potevi star certo di trovarle in qualsiasi negozio di calzature, di solito ammonticchiate in un cesto con sopra un foglio scritto a mano col prezzo – diecimila lire – tutte uguali, di tela blu con la suola bianca.
Quella suola che sotto aveva l’inconfondibile trama a vermicelli, in pura gomma vulcanizzata. E vulcanizzato era pure il piede del bambino, dopo una giornata al trotto nelle sue brave Superga. Storie di calzini che si suicidavano nottetempo gettandosi dal filo del bucato, pur di non tornare là dentro.
Scarpe da assalto, praticamente indistruttibili, che ti guardavano coi loro occhielli in alluminio come a dire: ciccio, ti seppelliranno con noi ai piedi. Scarpe perlopiù sempre slacciate, adatte per il mare, la montagna e la prima comunione.
Scarpe che così non le fanno più, ché quelle di oggi si aprono dopo i primi cento chilometri di sfacchinata, mentre mia sorella ne ha ancora un paio dell’89 che ha fatto più strada di Albert Schwarzer.
E scusate se è poco.
Ne ho un paio proprio blu. Di solito ne compro un paio quando le trovo in offerta(30 euro) 🙂
Trenta euro oggi è un autentico affare! Colto da un’ondata di nostalgia, qualche tempo fa ne ho comprato un paio (tela blu, ça va sans dire) che mi è costato la bellezza di 60 ma non è arrivato ai 3 mesi. Anche se ammetto che sono uno che le scarpe le logora in fretta…
Sei made in 1990, Chiara?
Io ho una bella collezione di scarpe in tela che sopravvivono.
Si, 1996.
Eh! Bambini e bambine degli 80-90 cominciano tutti con quel solo paio, poi per una forbice evolutiva le bambine cominciano ad accumularne in varie fogge e colori, i bambini a cambiare quell’unico paio una volta ogni tanto, raggiunto il limite della sopravvivenza 🙂
Qualche anno fa le comprai rosa(colore che detesto) 😂
C’è di buono che si sporcano in fretta!