Internet spiegato a mia nonna
“Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”.
Il caro vecchio Einstein, genio indiscusso, ha detto una grande verità.
Eppure quando Giulio, una vita passata al politecnico a imparare a programmare computer e una calvizie aggressiva a dimostrarlo, tentò di spiegarmi come funziona un blog, la vecchia lo capì ben prima di me.
– Allora – mi fece, scrutandomi attraverso le lenti spesse – chistu è u blogghi. Chistu è u postu ‘n cui scrivi, che infatti si chiama post. Poi ci metti i tagghi. Capisti?
– No.
– Eh, focu!
Poi esibì il suo ampio catalogo di imprecazioni in vernacolo e uscì sciabattando dalla cucina, in un frusciare di vestaglia .
Insomma, dopo un paio d’ore perfino mia nonna si era arresa.
Io però ero risoluto, così iniziai a rovistare, a cliccare, a seguire link e scorrere elenchi.
Dopo un bel po’ di tentativi, qualche virus e una serie invidiabile di imprecazioni che avrebbero anche potuto costarmi la scomunica, ecco che il mio progetto cominciava a prendere forma.
Ma che progetto?
Beh, quello che si legge sotto al titolo: un blog dove possa riversare i miei innumerevoli racconti, i miei deliri, i miei scritti. La mia cacca d’autore, insomma.
Sì perché, non potendo io definirmi scrittore a tutti gli effetti, in quanto fin ora nulla di mio ha mai visto nemmeno il cestino dei rifiuti di una casa editrice, posso solo definirmi pseudo-scrittore.
Nell’attesa, forse vana, che qualcosa cambi.